1° Stazione
Stazione di Bolzano
Josef Mayr-Nusser fu reclutato nelle SS e da qui il 7 settembre 1944 fu condotto a Konitz. Il 4 ottobre 1944 rifiutò di prestare giuramento al Führer, fu incarcerato e condannato. Durante il viaggio verso Dachau morì in un carro bestiame nella stazione di Erlangen.
Alla fine di agosto del 1944 Josef
Mayr-Nusser, nonostante che fosse cittadino italiano, fu chiamato al servizio
militare nell'esercito tedesco. Il 7 settembre 1944 assieme a molti altri dalla
stazione di Bolzano con dei carri bestiame fu condotto a Konitz presso Danzica.
Qui cominciò l'addestramento nelle SS. In molte delle lettere alla moglie Josef
Mayr-Nusser riferiva della durezza dell'addestramento e della grande nostalgia
per casa. Il 4 ottobre 1944 Josef Mayr-Nusser, davanti all'intera compagnia,
dichiarò che per motivi religiosi non avrebbe prestato giuramento ad Adolf
Hitler. Fu quindi incarcerato e condotto a giudizio davanti al tribunale delle
SS a Danzica. Fu condannato e avrebbe dovuto essere condotto nel lager di
Dachau, lungo il tragitto però Josef Mayr-Nusser morì stremato il 24 febbraio
1945 in un carro bestiame nella stazione di Erlangen. Il soldato nazista Fritz
Habicher riferì così alla moglie Hildegard Mayr: Al mattino presto Josef
tornò a Dio. Gli altri prigionieri ci raccontarono, che, con esclusione di un
paio di cucchiai di minestra, aveva distribuito tutto ai suoi compagni
affamati.
Josef
Mayr-Nusser in una lettera da Konitz, 11.9.1944:
Carissima Hildegard! Dopo un viaggio di tre giorni siamo arrivati a Konitz nella Prussia occidentale, circa 130 km a sud-ovest di Danzica. Una regione tristissima! Durante il viaggio nel carro bestiame abbiamo avuto molto freddo. Non ho notizie più precise perchè dobbiamo ancora aspettare in stazione (...). Spero che presto ci diano qualcosa di caldo da indossare e da mettere nello stomaco. La guerra totale qui nel Reich si avverte già molto.
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2° Stazione
Targa commemorativa in piazza Verdi
Con questa targa commemorativa la città di Bolzano ricorda Josef Mayr-Nusser che, per motivi di coscienza, rifiutò il giuramento ad Adolf Hitler e coraggiosamente si oppose all'ideologia nazionalsocialista.
La targa recita “Se nessuno avrà mai
il coraggio di dichiararsi contrario alle idee del nazismo, non cambierà
nulla!”. Josef Mayr-Nusser pronunciò questa frase durante l'addestramento a SS
e fu rivolta a un compagno al quale palesò la sua intenzione di non giurare a
Hitler. La targa è stata apposta in occasione della Giornata della Memoria del
2010. Il sindaco di Bolzano in quell'occasione così commentò “La nostra città
può andare fiera di questo suo concittadino che ha pagato con la vita, la
coerenza e la rettitudine il rifiuto del nazismo opponendosi a un'ideologia che
aveva come base la negazione dei diritti fondamentali di ciascun individuo. In
primis quello della libertà di pensiero”. La città di Bolzano ha riconosciuto
così l'eccezionalità di questo suo cittadino cui, nel 1949, ha dedicato anche
una via.
Josef Mayr-Nusser, “Testimoni della sua gloria”, in Jugendwacht, 15.1.1938:
“Non si tratta, dapprincipio, di essere testimoni attraverso la parola, nemmeno attraverso l’azione. Spesso può essere più opportuno tacere; spesso anche la migliore azione può essere distorta. Ma sempre dobbiamo essere testimoni. Esserlo con semplicità e senza pretese. Ecco la più grande testimonianza!”
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3° Stazione
Maso Nusser in Via Macello
Josef Mayr-Nusser nacque il 27.12.1910 al Maso Nusser. Suo padre morì durante la Prima guerra mondiale. Sua madre viveva una religiosità gioiosa che trasmise ai suoi sei figli.
Josef
Mayr-Nusser nacque a Bolzano il 27 dicembre 1910 quarto di sei figli della
famiglia di viticoltori del Maso Nusser. In casa si respiravano valori
semplici, genuini e concreti. La fede ricevuta dalla famiglia era autentica.
Josef avrebbe voluto studiare astronomia e scienze naturali ma le condizioni
economiche della famiglia non lo permettevano: il padre era morto durante la
Prima guerra mondiale e suo fratello maggiore stava per essere ordinato
presbitero. Josef frequentò così la scuola commerciale. Gli piaceva molto lo
sport ma la sua grande passione era la lettura. Rimase impressionato dagli
scritti di Romano Guardini che invitava al rinnovamento della liturgia con una
partecipazione più attiva dei laici e da quelli di Tommaso Moro. Josef comprese così che la fedeltà a Cristo può portare anche al
dono della vita. Josef crebbe nella convinzione che dalla preghiera nasce
l'impegno verso gli altri.
Il comune di
Bolzano il 24 febbraio 2015, in occasione del settantesimo anniversario della
morte di Josef Mayr-Nusser, ha apposto una targa.
Josef Ferrari a proposito di Josef Mayr-Nusser, 11.4.1945:
"La grande grazia di una casa cristiana, nella quale Josef crebbe coi suoi fratelli, diede alla sua religiosità quella serenità e naturalezza dalla quale prese forma tutta la sua vita. Ma se si vuol credere che le sue convinzioni religiose fossero semplicemente un bene ereditato dalla famiglia, la dura prova che ha dovuto sostenere la sua fede cristiana, ci convincerà che essa è stata davvero qualcosa di autentico e vitale."
"Il suo lavoro lo portò in città. Dopo il lavoro tornava però volentieri dai suoi, nel silenzio della campagna che amava particolarmente."
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4° Stazione
Via Hildegard Straub
Hildegard Straub nacque il 7.7.1907. Compì studi commerciali, lavorava presso la ditta Eccel dove conobbe Josef Mayr-Nusser e se ne innamorò. Come anche Josef, era molto religiosa e attiva nella gioventù cattolica. Avevano interessi comuni sui quali sempre si confrontavano.
La coppia formata da Hildegard e Josef era unita da un legame tanto profondo che si può anche a buon diritto affermare che la scelta di Josef di rifiutare il giuramento fu sostenuta da Hildegard. In una delle ultime lettere dalla prigionia a Konitz Josef Mayr-Nusser scrisse a sua moglie: “Non ho dubitato un attimo su come mi comporterei in una simile situazione e tu non saresti mia moglie se ti aspettassi qualcosa di diverso da me. La coscienza di ciò, carissima sposa, questa spontanea concordanza riguardo a quanto noi abbiamo di più sacro, è per me un’indicibile consolazione “.
Hildegard Straub morì il 9.4.1998 a Bolzano.
Josef Mayr-Nusser in una lettera da Konitz, 27.9.1944:
"Ciò che affligge il mio cuore di più è che la mia testimonianza, nel momento decisivo, possa causare a te, fedelissima compagna, disgrazia temporale.
L’impellenza di tale testimonianza è ormai ineluttabile, perché due mondi si stanno scontrando. I miei superiori hanno mostrato fin troppo chiaramente di rifiutare e odiare quanto per noi cattolici vi è di sacro e intangibile.
Prega per me, Hildegard, affinché nell’ora della prova io agisca senza timore e senza esitare, lo devo a Dio e alla mia coscienza."
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5° Stazione
Piazza Friedl Volgger
Nel dicembre 1939 con le Opzioni, in esecuzione di un accordo tra i regimi nazista e fascista, la popolazione di lingua tedesca sudtirolese fu chiamata a scegliere se rimanere nella sua terra abbandonando lingua e tradizioni o se invece lasciarla trasferendosi nel Reich ma conservandole.
In occasione delle Opzioni del 1939 Josef Mayr-Nusser si schierò con i Dableiber, contrari all'emigrazione verso il Terzo Reich e aderì segretamente all'Andreas-Hofer-Bund: un movimento di resistenza antinazista e antifascista che si occupava di dare sostegno psicologico ai non optanti, i Dableiber e di convincere il maggior numero possibile di optanti a revocare l'opzione e a non emigrare.
All'incrocio tra le vie Grappoli e Laurin sorgeva l'Hotel Bristol, oggi demolito, in cui avevano sede gli uffici dell'ADEuRST (Amtliche Deutsche Ein- und Rückwanderungsstelle, Ufficio germanico per l'immigrazione e la migrazione di rimpatrio) che sovrintendevano a tutte le pratiche per l'emigrazione degli optanti.
Dal 2014 la piccola piazza è intitolata a Friedl Volgger (1914–1997). Combatté contro le Opzioni e fu tra i fondatori dell'Andreas-Hofer-Bund. Per il suo impegno nel 1943 fu deportato nel campo di concentramento di Dachau. Finita la guerra, si impegnò attivamente nell'SVP di cui fu deputato e senatore e fu capo redattore del quotidiano “Dolomiten”.
Josef Mayr-Nusser in occasione del discorso per la festa del S. Cuore, 1936:
Molti credettero in un riscatto ormai prossimo, quando arrivò la notizia di un capo potente e grande in parola e azione, che lassù al Nord si era levato e aveva ridato al suo popolo l’unità e l’onore nazionale. Questo capo, si disse ancora, avrebbe fuso in un unico grande impero tutti coloro che hanno lo stesso sangue del suo popolo e parlano la sua stessa lingua.
Questa notizia risuonò forte e promettente; così essi rivolsero i loro occhi verso quell’uomo nel quale riponevano tutta la loro speranza, come si guarda al faro che, nella notte di tempesta, annuncia la salvezza del porto. Egli fu per loro un idolo, dal quale aspettarsi salvezza da ogni difficoltà.
Sono passati anni, lungo i quali la miseria del nostro popolo divenne sempre più grande, sempre più opprimente e il futuro ci sta davanti più cupo che mai.
[…] Si ha quasi l’impressione che davvero debba irrompere su di noi ciò che è terribile, perché altrimenti molti, troppi nel nostro popolo, non si scuoteranno».
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6° Stazione
Negozio Amonn in piazza Municipio
Dopo le scuole commerciali Josef Mayr-Nusser lavorò alcuni anni per la ditta Eccel. Dal 1941 lavorò per la ditta Amonn il cui titolare Erich Ammon era un sostenitore dei Dableiber.
Josef Mayr-Nusser lavorò presso le ditte Eccel e Amonn di Bolzano come cassiere. Sempre fu apprezzato per la sua precisione e la sua dedizione. Non riconosceva nel lavoro una mera fonte di sostentamento ma in esso intravedeva un luogo di impegno in cui fare sintesi della sua fede.
Fu proprio al lavoro che conobbe Hildegard Straub, una segretaria della ditta Eccel di qualche anno più grande di lui.
Josef Mayr-Nusser, saluto all’arcivescovo Montalbetti coadiutore di Trento, 29.11.1936:
"È sorta fra noi una gioventù che procede a occhi aperti sul sentiero della vita, una gioventù che è profondamente nauseata dalla superficialità e dallo spirito materialista della nostra cultura moderna, corrotta e affogata nell'avidità. Questa gioventù conosce il vero e profondo fine di tutta la creazione, quindi anche dell'uomo: la gloria di Dio. Pertanto essa si rifiuta di aggiustarsi con due concezioni di vita contrapposte fra loro, una da usare nella sfera privata, l'altra in quella pubblica. Essa cerca di fare anche del lavoro un servizio divino, dando gloria a Dio anche attraverso di esso. (…) Solamente se diamo gloria a Dio non solo nella Chiesa ma anche nell'esercizio della professione, nella vita pubblica, nei rapporti con le persone, si realizzerà in noi anche la seconda parte dell'annuncio natalizio “Pace in terra agli uomini“."
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7° Stazione
Chiesa di San Giovanni in Villa
A San Giovanni una volta in settimana, di mattina presto, si incontravano i giovani e con loro Josef Mayr-Nusser per celebrare la messa. Consideravano la chiesetta come la “loro” chiesa. La messa veniva celebrata in latino e Josef Mayr-Nusser a voce alta traduceva in tedesco.
Nel 1933 a Bolzano venne fondato un gruppo giovanile cattolico. Le organizzazioni di lingua tedesca erano tollerate dal regime fascista solamente se di carattere religioso. Josef vi aderì con entusiasmo e venne eletto presidente della Gioventù maschile di Katholische Aktion (Azione Cattolica) di quella che allora era la parte tedesca dell'Arcidiocesi di Trento. Il gruppo cercò a lungo una chiesa dove poter celebrare la messa non solo in latino ma anche in tedesco. La chiesa di San Giovanni era a quel tempo un magazzino. I giovani la ripulirono e in breve divenne il centro spirituale del gruppo in cui si ritrovavano una volta in settimana alle 6 del mattino per celebrare insieme la messa. Mentre don Josef Ferrari pronunciava i testi a bassa voce in latino, Josef li leggeva a voce alta in tedesco.
Josef Mayr-Nusser, lettera da Konitz, 12.11.1944
"Quanto mi manca San Giovanni in questa situazione di abbandono! È molto importante ora per me sapere che a casa ci sono persone buone e giuste che pregano per me."
Josef Ferrari, 11.4.1945:
"Nella penombra della nostra chiesetta di San Giovanni vediamo la sua figura ergersi come una colonna, sentiamo ancora la sua voce chiara e decisa…"
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8° Stazione
Via Claudia de' Medici, appartamento di Hildegard e Josef
La giovane coppia formata da Josef Mayr-Nusser e Hildegard Straub viveva in via Claudia de' Medici. L'1.8.1943 nacque il figlio Albert. Qui la piccola famiglia trascorse ore serene.
Dopo il matrimonio Josef Mayr-Nusser e Hildegard Straub vissero in un appartamento in questa via. Il legame tra i due coniugi era molto stretto anche se Josef Mayr-Nusser era poco a casa se non per i pasti. Di domenica facevano spesso gite nei dintorni di Bolzano in cui discutevano di temi religiosi e sociali.
Il figlio Albert nacque l'1 agosto 1943. Josef Mayr-Nusser avrebbe desiderato dargli il nome dei suoi modelli Tommaso d'Aquino e Tommaso Moro ma Hildegard preferì Albert. Josef Mayr-Nusser si prendeva cura del piccolo Albert ogni volta che poteva.
Josef Mayr-Nusser, lettera da Konitz, 12.11.1944
"Amatissima Hildegard,
[…] Oggi, domenica, continuo a pensare come passerei questa giornata a casa con te e il nostro tesoro e questo ricordo mi riempie di malinconia. La speranza ha un potere consolatorio indicibile e ci fa sopportare con pazienza cose che parrebbero insopportabili. Nella lontananza tutti questi ricordi appaiono come immersi in una luce ultraterrena. Un sentimento di colpa mi assale, quando nelle attuali privazioni penso a quanto amore mi hai dimostrato, mentre io neppure me ne rendevo conto. Devo chiederti scusa per la mia insensibilità, con cui ti ho ferita. Forse uno scopo della prova attuale è anche quello di comprendere meglio quale dono del cielo sia avere una donna forte e buona. Per oggi stammi bene e carissimi saluti."
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9° Stazione
Chiesa del Sacro Cuore
Dopo il matrimonio con Hildegard e il trasferimento nella via Claudia de' Medici, Josef Mayr-Nusser frequentò la chiesa del Sacro Cuore. Dopo la sua morte qui si svolse una messa di commemorazione che fu celebrata dall'amico e guida spirituale don Josef Ferrari.
L'assistente eccelesiastico della Gioventù cattolica don Josef Ferrari fu caro amico di Josef Mayr-Nusser. Lavoravano a stretto contatto nella Katholische Aktion (Azione cattolica) e si completavano vicendevolemnte nel lavoro con i giovani.
Quando Hildegard ricevette la notizia della morte del marito, incontrò Josef Ferrari a cui diede la triste notizia. Fu lui che l'11 aprile 1945 celebrò la messa funebre nella chiesa del Sacro Cuore. A quella data l'odierno Duomo (allora Chiesa della Prepositura) era danneggiato per i bombardamenti e la vita ecclesiastica di Bolzano si svolgeva nella chiesa del Sacro Cuore.
Don Josef Ferrari, Commemorazione funebre dell’11.4.1945
"Quello che diceva era chiaro come l’acqua di una sorgente di montagna – quello che faceva, lo faceva per una bontà calda, che aveva il suo fondamento nella carità cristiana. Legge suprema del suo agire era l'amore. Che portasse questo amore lungo le sue camminate vincenziane, nelle baracche o nelle abitazioni dei poveri, o che offrisse l’amore come una forza di conciliazione per le tensioni nella comunità dei giovani, era sempre lo stesso amore che nasceva dal suo cuore vicino a Dio. La sua gratuità era senza limiti e la sua disponibilità al servizio instancabile."
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10° Stazione
Monumento alla Vittoria
Il Monumento alla Vittoria, simbolo dei sistemi totalitari, è emblema del rifiuto di Josef Mayr-Nusser delle ideologie nazionalsocialiste. Il 4.10.1944 dichiarò che non poteva e non voleva prestare giuramento al Führer.
Sotto al Monumento alla Vittoria nella cripta e nei locali limitrofi si trova un centro di documentazione sulla storia di Bolzano e dell'Alto Adige durante le dittature fascista e nazionalsocialista. Il Monumento alla Vittoria è un simbolo dei totalitarismi (www.monumentoallavittoria.com).
Josef Mayr-Nusser nella dittature riconosceva una contraddizione con i suoi sentimenti cristiani, per questo non volle e non potè prestare giuramento a Hitler.
Il 4 ottobre 1944, vigilia del giuramento, Josef Mayr-Nusser dichiarò al sottoufficiale e al capo della truppa che per motivi religiosi non avrebbe potuto giurare. Poco dopo a un compagno Josef disse Se nessuno avrà mai il coraggio di dichiararsi contrario alle idee del nazismo, non cambierà nulla.
Josef Mayr-Nusser, discorso a un convegno di formazione per dirigenti di Azione cattolica, 1936:
"“Leader[1]”, ecco la parola vincente di oggi, lo slogan che cattura e spinge le masse. Tutti oggi puntano sulla leadership; in tutti i campi del vivere umano, non solo in quello politico, si reclama il leader. Infatti la massa in quanto tale è incapace di guidarsi da sé, ma si aggrappa sempre a coloro che da essa emergono per le proprie prestazioni particolari. Dopo tutto il caos dei primi anni postbellici nella politica, nell’economia e nella cultura, osserviamo oggi con quanto entusiasmo, anzi spesso con quale cieca passione e dedizione incondizionata le masse si consegnano ai leader. Ci tocca oggi assistere a un culto del leader che rasenta l’idolatria. Tanto più può meravigliare questa fede appassionata nei leader, dal momento che siamo in un’epoca piena delle più straordinarie realizzazioni dello spirito umano in tutti i campi della scienza e della tecnica, in un’epoca piena di scetticismo in cui il singolo non vale niente, ma conta solo la massa, il numero."
[1] Nell'originale tedesco compare Führer
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11° Stazione
Casa Kolping
Nella "Gesellensaal", l'odierna sala Kolping, in data 29.11.1936 Josef Mayr-Nusser, allora presidente della Gioventù maschile di Azione Cattolica, tenne un discorso di saluto al vescovo coadiutore di Trento Montalbetti in cui già espresse chiaramente il suo netto rifiuto dell'ideologia nazionalsocialista.
Durante il fascismo le associazioni di lingua tedesca erano tollerate solo se di ambito religioso, la Katholische Aktion (Azione cattolica) fu quindi molto frequentata. Gli incontri erano l'occasione per preservare usi e costumi e fu per questo motivo che molti di questi incontri si tenevano segretamente, tra cui anche le serate nella Casa degli apprendisti, l'attuale Casa Kolping.
Nel 1934 Josef Mayr-Nusser venne eletto presidente della Gioventù maschile di Katholische Aktion (Azione Cattolica) e così potè partecipare in modo incisivo alla progettazione di incontri formativi che a quel tempo divennero sempre più importanti perchè i giovani potevano frequentare solamente scuole italiane. Pepi Posch, allora dirigente di Azione cattolica, raccontava: Nusser Josef fu sempre presente sin dall'inizio con lo zaino e la sacca da viaggio, era compagno, amico e, lo posso certamente dire, il primo di noi tutti. Con Mayr-Nusser ci spingevamo fino in campagna, nelle parrocchie e nei decanati, tenevamo conferenze e allacciavamo contatti...
Nell'odierna sala Kolping Josef Mayr-Nusser tenne un discorso di saluto del vescovo coadiutore Montalbetti in occasione della sua visita a Bolzano il 29.11.1936. In esso già si riconoscono chiaramente le sue convinzioni per cui possiamo guardare al rifiuto del giuramento delle SS come a una naturale conseguenza del suo pensiero e delle sue azioni: si contano a migliaia quelli che non impostano più la loro vita sui principi della fede, privi ormai di ogni intimo rapporto con la religione. (…) Ma noi siamo cristiani e il cristiano deve essere sempre ottimista. È sorta fra noi una gioventù, che procede a occhi aperti sul sentiero della vita. (…) Questa gioventù conosce il vero e profondo fine di tutta la creazione, quindi anche dell’uomo: la gloria di Dio. (…) Essa cerca di fare anche del lavoro un servizio divino, dando gloria a Dio anche attraverso di esso.
Josef Mayr-Nusser, “Perché l’Azione cattolica?”, conferenza:
"Il tempo delle organizzazioni religiose di massa è finito. È passata l’epoca delle brillanti parate con tanto di musica e bandiere al vento! Abbiamo dovuto ripensare molto e molto cambiare, soprattutto nei classici Paesi dell’associazionismo cattolico.
Oggi le speranze dei pastori spirituali del nostro popolo si fondano sui piccoli gruppi di giovani pronti all’impegno. Quante cose si sono dovute rompere, perché ritrovassimo l’umiltà per ricominciare dalle cose piccole e modeste, finché abbiamo capito che non è questione di tessere e di distintivi, ma solo di lasciarsi riempire dello spirito sovrannaturale."
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12° Stazione
Sede odierna della San Vincenzo, via Cappuccini
Dal 1932 Josef Mayr-Nusser fu membro della Conferenza di San Vincenzo. Josef aveva un'attitudine socievole, sapeva trattare anziani e malati con premura vivendo così attivamente il comandamento dell'Amore verso il prossimo.
Una volta in settimana i membri della Conferenza di San Vincenzo si ritrovavano nella Josefshaus/Casa San Giuseppe di via Isarco (la sede odierna si trova nella via Cappuccini). Dopo il servizio militare nel 1932, Josef Mayr-Nusser divenne membro della Conferenza di Bolzano “Unsere Liebe Frau im Moos“ (Nostra Signora della Palude). Vi intravvedeva l'opportunità di essere cristiano nella quotidianità. Era molto attivo anche nel coinvolgere ed entusiasmare altri nella Conferenza e vi riusciva bene anche perchè tutte le attività associative, con esclusione di quelle di stampo ecclesiastico, erano proibite, vi riusciva bene. Nel 1937 fu fondata la Conferenza di San Vincenzo “Johann Nepomuk von Tschiderer” (Giovanni Nepomuceno de Tschiderer) e Josef Mayr-Nusser ne divenne il presidente. Dalla lettera della San Vincenzo scritta da Josef nel 1938 si percepisce il suo impegno sociale: In una conferenza di San Vincenzo non ci dovrebbero essere elementi di divisione; né denaro né influenza, né cultura né prestigio possono essere determinanti in una comunità che è una comunità di confratelli e per la quale vale una sola legge: quella dell‘amore.
Josef Mayr-Nusser “Più necessario che mai”, Lettera della Conferenza di San Vincenzo n. 58, 1940:
Dobbiamo assolutamente prendere sul serio il povero se vogliamo indirizzarlo verso il bene. Perciò l’abitazione dei nostri poveri amici non deve essere un luogo in cui ci lasciamo andare e dimentichiamo quel rispetto che dobbiamo ai nostri pari. Non ci perdiamo proprio niente se siamo noi a salutare per primi o se aspettiamo cortesemente anche quando non si risponde subito al nostro suonare o bussare alla porta. Il povero ha occhio attento e percepisce bene se chi lo assiste, nel suo atteggiamento, è guidato dal Signore che ci ha insegnato a vedere in tutti gli uomini, anche nei poveri e negli oppressi, i nostri fratelli, o se invece egli è per lui solo un destinatario di assistenza tra tanti.
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13° Stazione
Rovine della chiesa di San Nicolò in piazza Parrocchia
In questa posizione sorgeva la chiesa di San Nicolò che fu completamente distrutta dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Fu qui che il 26 maggio 1942 si sposarono Josef Mayr-Nusser e Hildegard Straub.
Josef Mayr-Nusser condivise con Hildegard Straub ideali e impegno. Si sposarono il 26 maggio 1942. Il matrimonio fu celebrato nella chiesa di San Nicolò che venne poi completamente distrutta dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. La nozze furono benedette da don Jakob, fratello di Josef. Nel 1943 nacque il piccolo Albert.
Questa lettera scritta dalla prigionia a Konitz, il 12. 11. 1944, testimonia il profondo legame tra i due sposi:
"Amatissima Hildegard! (…) Ciò che mi ha riempito particolarmente di gioia nella tua lettera è quanto scrivi sul nostro amore. Sì, è veramente il primo amore, profondo e autentico! E siccome ti conosco e so che cosa ci unisce più intimamente e sopra ogni altra cosa, sono convinto che questo amore reggerà anche alla dura prova rappresentata dal passo impostomi dalla mia coscienza! Hildegard, moglie diletta, sii forte! Dio non abbandonerà né te né me!"
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14° Stazione
Duomo di Bolzano
Il duomo ci ricorda sia al battesimo di Josef Mayr-Nusser, inizio della sua testimonianza, sia la beatificazione qui celebrata il 18 marzo 2017. È sepolto nell'Altare dei martiri.
Josef Mayr-Nusser morì il 24 febbraio 1945 in un carro bestiame nella stazione di Erlangen. A causa del rifiuto del giuramento a Hitler per motivi religiosi avvenuto nell'ottobre 1944 fu condannato e avrebbe dovuto essere condotto al lager di Dachau. Lungo il tragitto morì a Erlangen e lì fu sepolto. Solamente dopo 13 anni i suoi resti furono riportati in Alto Adige dove furono composti nella chiesa di Stella di Renon.
Il processo di beatificazione fu avviato circa 50 anni dopo la sua morte. Nel 1990 ci costituì il gruppo di lavoro e il dott. Peter Egger fu scelto come postulatore. L'anno dopo la conferenza dei vescovi del Nord-Est approvò l'avvio del procedimento. Nel 2003 il dott. Josef Innerhofer assunse l'incarico di postulatore. Il 24 febbraio 2006 fu aperto il processo diocesano di beatificazione che si concluse il 19 marzo 2007. Il postulatore consegnò quindi la documentazione alla Congregazione delle Cause dei Santi di Roma. Nel mese di luglio 2016 il vescovo Ivo Muser ricevette la lieta notizia che papa Francesco aveva autorizzato le beatificazione di Josef Mayr-Nusser per il 18 marzo 2017.
Josef Mayr-Nusser, “Testimoni della sua gloria”, articolo in “Jugendwacht”, 15.1.1938:
"Intorno a noi c’è il buio. Il buio della miscredenza, dell’indifferenza, del disprezzo, forse della persecuzione. In questa situazione dobbiamo dare testimonianza e vincere questo buio con la luce di Cristo, anche se ci attaccano, se non ci ascoltano e se ci ignorano. Dare testimonianza oggi è la nostra unica arma, la più efficace. Abbastanza strano. Non la spada, né la violenza, né denaro, nemmeno l’influenza di capacità intellettuali e del potere spirituale, niente di tutto ciò ci è chiesto come condizione indispensabile ad erigere il regno di Cristo sulla terra. Il Signore ci ha chiesto qualcosa di assai modesto e al tempo stesso di molto più importante: dare testimonianza.
Non si tratta, dapprincipio, di essere testimoni attraverso la parola, nemmeno attraverso l’azione. Spesso può essere più opportuno tacere; spesso anche la migliore azione può essere distorta. Ma sempre dobbiamo essere testimoni. Esserlo con semplicità e senza pretese. Ecco la più grande testimonianza!"
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